A Todi il 10 agosto si terrà “I Firmamenti del vino, dell’arte contemporanea e delle stelle”. Un evento che si inserisce nell’ambito dell’edizione nazionale di “Calici di Stelle” 2024 e che oltre a proporre passeggiate a piedi, con visita alla cantina Terramante. e in e-bike, con visita alla cantina Roccafiore, proporrà un percorso guidato, fruibile anche in lingua inglese, con assaggi di vino, alla scoperta dei luoghi dell’arte contemporanea di Todi, città candidata a “Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea 2026”. Una passeggiata che si concluderà al Nido dell’Aquila con un banco di assaggio dei vini della DOC Todi a cura di AIS Umbria e una cena a cura dello chef Giulio Gigli.
Gigli, che di recente ha ricevuto l’importante riconoscimento della stella Michelin, proporrà un menù studiato per richiamare nell’estetica dei piatti le opere di arte contemporanea disseminate a Todi e nel gusto, i sapori della tradizione locale, con prodotti di stagione e a Km 0 che serviranno ad esaltare i vini autoctoni della DOC tuderte. Durante tutta la giornata le cantine: Agrisegretum, Baldassarri, Concinnate, Fattoria di Monticello, I Fenicotteri, Peppucci, Roccafiore, Sobrano, Terramante, Todini, Tudernum e Zazzera, che fanno parte dell’Ass. Todi Terra di Vini, saranno aperte al pubblico e visitabili su prenotazione.
Todi, in Umbria, è terra di vini. Lo dice la storia, che vede il Grechetto, vitigno autoctono per eccellenza, menzionato già da Plinio il Vecchio nelle pagine della Historia Naturalis. Lo dicono i documenti d’archivio, tra i quali figura un atto notarile del 1333 nel quale compare una compravendita di mosto di Greco di Todi. Lo dice l’economia locale, che ha visto nascere l’associazione “Todi Terra di Vini”, soggetto nel quale si riconoscono pressoché la totalità delle aziende viti-vinicole Doc del territorio. Quattrocento ettari di vigneti, oltre un milione e mezzo di bottiglie prodotte, un centinaio di occupati: sono queste le dimensioni del comparto enologico tuderte, che ha una ricaduta importante anche sotto l’aspetto turistico.
“L’associazione si è data come principale missione di promuovere la cultura della qualità delle produzioni – racconta Lorenzo De Monaco, presidente dell’associazione Todi Terra di Vini – valorizzando in particolare quella del Grechetto di Todi, cultivar che pur ricompresa nella grande famiglia delle “uve greche” è diversa rispetto alle altre tipologie coltivate nel centro Italia e al suo omonimo orvietano”.
“Dall’annata 2010 la produzione enologica ha ottenuto la denominazione Todi Doc – spiega Antonio Ruggiano, sindaco di Todi – un eccellente risultato ottenuto agli albori di questa nostra amministrazione, di cui andiamo fieri e che sosteniamo con forza”.
La Todi DOC comprende anche i comuni di Collazzone, Massa Martana, Monte Castello di Vibio e Todi; il disciplinare del Grechetto prevede la percentuale minima dell’85%, eventualmente integrata con un 15% di altri vitigni locali a bacca bianca. Qui, infatti, non si coltiva solo il Grechetto, ma anche Sangiovese, Merlot, Cabernet Sauvignon, Pinot. Nelle diverse aziende gli ettari investiti a Grechetto oscillano dal 35 al 50%, un rapporto che si riverbera in maniera quasi proporzionale sulla quantità di bottiglie etichettate. Interessante il dato riferito all’export, che va dal 20% di alcune cantine al 90% di altre, con una media che si attesta intorno al 35% e che vede un apprezzamento crescente nel mercato statunitense, giapponese e cinese.
Sull’enoturismo, ma anche sull’oleoturismo, è forte il supporto del Comune di Todi a tutti i produttori del territorio con iniziative di promozione integrata che valorizzano i beni culturali, i prodotti dell’enogastronomia, le bellezze paesaggistiche. Todi, comune “Spiga Verde” per il patrimonio rurale, è diventato ormai uno dei centri più attrattivi del centro Italia.
Per informazioni: 0758956227 o iat.todi@coopculture.it
Il materiale fotografico è stato fornito dallo Iat di Todi e autorizzato alla pubblicazione