In Puglia torna il rito delle Fanòve, inserite nel programma de I Giorni del Fuoco protagonisti dall’8 al 12 gennaio 2024 a Castellana Grotte (Ba).
Cosa sono le Fanòve
Le Fanòve sono cataste di legno che bruciano in tutta la citta in onore della Madonna della Vetrana che nel 1691 salvò Castellana Grotte dalla peste. L’olio della lampada, che ardeva sotto l’odigitria trecentesca custodita nell’attuale convento francescano, fu ritenuto prodigioso per le sue spiccate capacità lenitive e, quindi, eletto dalla comunità segno della benevolenza della Madonna.
“Le Fanòve sono l’appuntamento maggiormente identitario per la comunità castellanese”, spiega il sindaco di Castellana Grotte, Domi Ciliberti.
“Fede, devozione e storia – prosegue – sono aspetti che s’intrecciano nella stessa narrazione, che non rappresenta solo occasione di ringraziamento e omaggio nei confronti di Maria Santissima della Vetrana, ma anche opportunità di rivelare dal punto di vista turistico le bellezze, le evidenze e le eccellenze del nostro territorio“.
Il programma delle Fanòve
Giovedì 11 gennaio, alle 18, la Santa Messa celebrata al Convento precederà l’accensione delle Fanòve; una tradizione che eleva il fuoco a simbolo di purificazione dal male fisico. Utilizzato dagli antichi per bruciare gli abiti indossati dagli appestati, il fuoco è anche un momento prezioso di condivisione in cui raccontarsi storie, consumando una pietanza calda e sorseggiando del buon vino, nel solco di quell’identità contadina, oggi perduta, che animava le comunità locali.
Spazio alla fede, venerdì 12 gennaio alle 19, con la solenne processione dell’icona ottocentesca della Madonna della Vetrana, che dal Convento, dopo la Messa alle 18, raggiungerà la chiesa Madre di San Leone Magno, nel cuore di Castellana.
A seguire, in piazza Garibaldi, l’evento enogastronomico Fanòva in festa, a cura di TerreCarsiche, con il concerto dei Terraross.
Gli appuntamenti sono introdotti dalla Diana, il 7 gennaio, quando l’olio viene raccolto dai frantoi per essere presentato alla Madonna e benedetto solennemente nel Santuario, e dalla rievocazione storica Ab Origine, in programma dall’8 al 10 gennaio, con installazioni immersive per far rivivere ai visitatori il periodo della pestilenza del 1690-91.
I Giorni del Fuoco, attraverso la tradizione, l’arte e le emozioni, aiutano ad accogliere il messaggio di speranza che, 333 anni fa, ha liberato Castellana dalla peste.
“Ritorna un grande spettacolo con le rievocazioni storiche e religiose delle nostre comunità attraverso i rituali del fuoco“, dichiara l’assessore regionale al Turismo, Gianfranco Lopane.
“Cominciamo – prosegue – con le Fanòve di Castellana Grotte nell’idea di riportare la tradizione dei centri storici e delle radici pugliesi all’attenzione di tutti, anche in chiave d’internazionalizzazione. Come Regione Puglia sosteniamo i rituali festivi legati al fuoco, con uno stanziamento complessivo di 180mila euro, per attrarre turisti e visitatori anche nei mesi di bassa stagione perché riteniamo che possano raccontare una Puglia ancora tutta da scoprire“.
“Le Fanòve di Castellana consentono di andare senza soluzione di continuità dal periodo natalizio, che è stato un periodo di luminarie e di presepi viventi anche nelle Grotte di Castellana, verso il periodo del Carnevale e della Pasqua“, aggiunge il direttore del Dipartimento Turismo, Aldo Patruno.
“Siamo in un mese – conclude – su cui puntiamo moltissimo, perché il sistema dei fuochi è un sistema diffuso a livello regionale che nelle Fanòve di Castellana trova un punto di riferimento storicamente molto rilevante e turisticamente molto attrattivo“.
“Con la semplicità di chi ci ha preceduto, rinvigoriamo una tradizione che, da oltre tre secoli, ci fa sentire comunità – dichiara infine Franco Di Masi, presidente del Comitato Feste Patronali – Vivere con autenticità quest’evento unico e ricco di suggestioni, ci unisce spiritualmente alla gioia provata dai nostri nonni che, in queste occasioni, si riunivano dalle campagne per stare insieme e, nella loro povertà, c’era una ricchezza straordinaria del cuore che non dobbiamo mai perdere“.