“Fotografi di luce” nei Giardini di Pomona in Valle d’Itria

Trasmettere la biodiversità è l’obiettivo del laboratorio fotografico “Disegnare un albero con la luce” che si svolgerà domenica 5 maggio nei Giardini di Pomona.

I Giardini di Pomona sono sede di un conservatorio botanico in Valle d’Itria. Si trovano all’incrocio fra i borghi di Cisternino, Locorotondo e Martina Franca, e a poca distanza dal mare Adriatico.

Il senso del laboratorio fotografico sarà quello di catturare l’essenza dei Giardini. Si potranno utilizzare sia macchine fotografiche, analogiche e digitali, sia smartphone.

Quello del 5 maggio sarà un evento di sperimentazione per tutti gli appassionati di botanica, per gli amanti della fotografia e della natura, guidati da Paolo Belloni e Lorella Furleo Semeraro.

Un giorno di festa aperto a tutti che, oltre al laboratorio fotografico, offrirà di partecipare alla cerimonia del tè con Marta Grespan di Leaves. Un rito antico che permette di assaporare non solo l’antica bevanda, ma anche il tempo dilatato.

I Giardini di Pomona portano il nome della dea latina nume dei giardini e dei frutteti. Dal 1994 il Conservatorio botanico presente all’interno cerca di tutelare tante varietà antiche di fichi provenienti da tutto il mondo e molte delle quali salvate dall’estinzione.

Dieci ettari coltivati con metodo biologico in cui convivono varie Ficus carica, tra le più importanti d’Europa e del Mediterraneo. Melograni, Punica granatum, ma anche agrumi, già collezionati ai tempi da Cosimo III De’ Medici e protetti dal vento di tramontana dai muretti a secco, tipici nelle campagne pugliesi.  I Giardini conservano varietà di uve da tavola, ciliegie dolci e acide, susine, albicocche, mandorle, amelanchier, cotogne, gelsi, giuggiole, sorbe e corniole, cachi, kiwi, noci, pistacchi e nocciole dalle forme e dimensioni più varie. Negli interspazi ci sono le erbe aromatiche in pieno campo, sempre nell’ottica della biodiversità delle specie. Si potranno così ammirare rosmarini, timi, salvie, mente e issopi, artemisie e santoregge, oppure vedere piante note ma di non larga diffusione come liquirizia, citronella, elicriso, lemon grass cinese e tailandese, ruta, melissa, canfora, tra le altre.

Nell’epicentro fertile dei Giardini si trova il cachi di Nagasaki, figlio di una piantina scampata alla bomba atomica esplosa sulla città giapponese il 9 agosto 1945 e ritrovata fra le macerie. Il cachi cresce nel mezzo di un labirinto di lavande. Labirinto per simboleggiare un percorso tortuoso, che carico di colore e di profumo, porterà però alla pace.

Era il 7 marzo 1993 quando ho deciso che avrei dedicato la mia vita alla conservazione della biodiversità e che l’avrei fatto fino a quando avrei avuto forza – racconta Paolo Belloni dei Giardini di Pomona – È stato allora che mi sono messo in cammino e sono arrivato in Valle d’Itria. Ho avuto cedimenti e momenti di grande sconforto, ma non è trascorso un solo anno senza che tornasse primavera“.