Il Tar non sospende la tassa di soggiorno a Bari

Il Tar non sospende la tassa di soggiorno a Bari e la Federalberghi Puglia annuncia il ricorso al Consiglio di Stato.

Quando si parlò dell’introduzione della tassa di soggiorno nella città capoluogo della Puglia la Federalberghi ricorse al Tribunale amministrativo del capoluogo chiedendo l’annullamento previa sospensione” di tutti gli atti adottati dall’amministrazione comunale perché “frutto di uno sviamento di potere e di una plateale carenza istruttoria, tradottasi nell’adozione di una imposta di soggiorno in assenza della corretta e completa individuazione dei soggetti passivi, di un censimento reale delle attività sul territorio e del rispetto dei principi cardine del sistema contributivo/tributario, nonché del doveroso vincolo di destinazione delle risorse ottenute da detta imposizione”.

A distanza di un anno, la Federalberghi Puglia prende atto del rigetto della sospensiva da parte del Tar. e manifestadi volerla impugnare dinanzi al Consiglio di Stato “perché il provvedimento è ingiusto, in quanto non viene riconosciuto il danno grave e irreparabile in questa affermazione”, si legge in una nota giunta alle redazioni. “Il procedimento – prosegue il documento – non risulta ancora concluso e dette risorse saranno comunque destinate al turismo ed in modo coerente alla disciplina di
settore”.

“Questo significa che il Comune di Bari ha confessato di non aver concluso il procedimento prima di imporre la tassa di soggiorno, cosa che avrebbe potuto fare – dicono da Federalberghi Puglia – Per legge, infatti, l’individuazione della destinazione dei proventi della tassa di soggiorno deve essere preventiva e non postuma alla raccolta. Non basta, infatti, affermare strumentalmente che le somme saranno ‘destinate al turismo’, ma occorre specificare come equando le stesse saranno partitamente impiegate. L’ordinanza sembra scritta credendo a una mera affermazione resa dai difensori tecnici, e non dal Comune, per questo merita di essere impugnata”.

«Le tesi della Federalberghi – dichiara Francesco Caizzi, vice presidente nazionale e leader barese e
pugliese della Federalberghi – a sostegno della lunga battaglia contro un’imposta iniqua e inopportuna sono il fulcro del ricorso. Primo fra tutti il drammatico problema dell’abusivismo ricettivo che invade le strutture cittadine e contabilizza oltre il 50% di evasione, vale a dire più di 800 strutture ricettive completamente “a nero” per oltre 50mila presenze al mese che, quindi, non pagano alcuna imposta di soggiorno”.

Federalberghi Puglia ha stimato siano 55mila le presenze turistiche mensili a nero Bari. Sommando questi numeri agli importi della tassa di soggiorno ciò equivale a una perdita per il Comune quantificabile tra i 200 e i 300mila euro al mese.

«Questa “urgenza”, oltre a provocare mancate entrate al Comune nell’ordine di centinaia di migliaia di euro al mese, crea un grave danno all’economia turistica cittadina in termini di concorrenza sleale. Una nutrita pattuglia di pseudo imprenditori, insomma, si fa beffe delle norme e delle imposte pubbliche a danno di quelli che, come gli albergatori, seguono le regole e adempiono alle regole fiscali.», conclude Caizzi.