“La questione della mancanza di personale nel turismo ha ormai raggiunto le dimensioni di una vera e propria emergenza”. È l’allarme lanciato dal presidente di Assoturismo Confesercenti, Vittorio Messina, alla vigilia della stagione primaverile ed estiva.
Dopo una significativa ripresa post-Covid registrata nell’estate scorsa, anche quest’anno si prevede un aumento dei flussi di turisti, dall’Italia e dall’estero. Questa rinascita del settore però dovrà scontrarsi con la difficoltà oggettiva di reperimento del personale. Dai dati rilevati sul mercato dalla stessa Confesercenti sono oltre 50mila i lavoratori ‘mancanti’ nelle imprese turistiche. Una situazione paradossale, in quanto da un lato si prospetta un aumento della produzione e dei posti di lavoro, dall’altro le imprese del settore continuano a registrare carenza di addetti. Le figure professionali più difficili da reperire sono: i facchini, i camerieri, i lavapiatti e gli addetti alle pulizie.
Per le imprese che non riusciranno a trovare tali figure è possibile stimare una perdita media di fatturato del – 5,3% nella prossima primavera. Per il presidente Messina della Confesercenti bisogna trovare una soluzione immediata, anche utilizzando le risorse del PNRR, il Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Intanto sul fronte istituzionale è subito arrivata la risposta della ministra del Turismo, Daniela Santanchè, che si è detta disponibile ad affrontare le associazioni di categoria per trovare soluzioni adeguate insieme alla ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone.
Un lavoro di sinergie per costruire un programma di formazione rivolto alle nuove generazioni per far conoscere un settore così variegato e articolato attraverso un’accurata campagna di comunicazione. Un tavolo di incontro congiunto tra i due ministeri, necessario per trovare gli strumenti per combattere un problema che si è accentuato con il Covid e post Covid, ma che era ben noto agli operatori turistici e imprenditori da tempo. Per anni questi lavoratori hanno ricevuto salari troppo bassi con contratti inaccettabili. Stipendi pari a 900/1200 euro al mese per 10 / 12 ore di lavoro al giorno senza riposo quando da contratto dovrebbe essere per un cameriere semplice pari a 1560 euro lordi al mese. Il lavoratore stagionale ha preferito così sempre di più altri campi d’impiego, aiutato anche dalle nuove politiche di sussidio, quali il Reddito di cittadinanza o la Naspi, l’indennità mensile di disoccupazione.
La mancanza di personale però rischia di portare le imprese a misurarsi con una situazione complessa e imprevedibile da gestire nei prossimi mesi. Oltre al danno economico ci sarà un abbassamento degli standard qualitativi che potrebbero condizionare le scelte delle mete future dei turisti.