Il viaggio ideale per gattare e gattari. Perché chi dice che quando viaggiamo vogliamo solo incontrare i nostri simili? Spesso si viaggia per fuggire dalla routine. Per immergersi in esperienze nuove che capovolgono i soliti punti di vista. Così, è divertente entrare in un luogo ed essere accolti da 4 zampe amiche invece delle solite due; oltre ad essere una scelta perfetta per gli amanti dei gatti.
Discreti, segreti, sornioni, chi più dei gatti dettano tendenza in tante città? Eccone alcune.
Ultima della lista Firenze che in questi giorni ha inaugurato un cat cafè a due passi da Santa Croce dove ad accogliere i clienti ci sono cinque meravigliosi micetti.
Prima della lista non può che esserci la capitale della moda e delle tendenze, Milano con Crazy Cat Cafè. Una varietà di gustosi brunch in compagnia di nove dolci gatti.
A Roma l’atmosfera è più bohèmien con Romeow Cat Bistrot a Ostiense, in cui altri liberi gatti fanno gli onori di casa in una deliziosa e accogliente tana con tante proposte gourmet di cucina vegana. Accanto da poco anche Julietta, la pasticceria. Sempre nella capitale, ma nella zona Tuscolana, il Morning Cat House specializzato in Bubble tea.
Se ami la birra e Napoli ti puoi far coccolare dalle fusa dei gatti di Gattò Bistrot a Portici. Se invece vuoi anche leggere un libro con loro sulle gambe sorseggiando bevande calde basta spostarsi a Martignacco vicino Udine nel cat cafè DiCaneinGatto.
Sono modelli che seguono l’idea dei Neko Cafè giapponesi nati negli anni Novanta. Si svilupparono per far fronte ai problemi dovuti alla vita frenetica e agli appartamenti troppo piccoli per ospitare anche gli animali domestici. Lentamente questa tendenza si è distesa in altre parti del mondo.
Osservare gli animali, si sa, è lezione di vita. Lo sapeva bene il famoso zoologo e etologo austriaco Korad Lorenz. Seguire il passo felino di questi piccoli amici e rispettarli soprattutto è lezione zen di tempo e modi. Tutto è pulizia di superfluo e armonia.
Non è forse un caso che gli antichi Egizi ritenessero il gatto animale sacro e divino. I loro sacerdoti veneravano Bastet, una divinità con corpo di donna e testa di gatta, figlia di Iside e sorella di Horus.
Per chi volesse intraprendere un viaggio per conoscerli di più ci sono dei luoghi che li rappresentano più di tutti perché presenti in quantità maggiore come numero.
Si inizia da Aoshima, un’isola giapponese nota come Isola dei gatti. Il loro numero è superiore da quello degli umani che la popolano che è poco più di una decina. Un’isola bizzarra che attira molti turisti gattari da tutto il mondo ogni anno.
Il viaggio continua con un altro luogo simbolo, Instanbul, la Città dei Gatti. Serafici vagano per le strade della capitale turca e sono loro che scelgono la propria famiglia di adozione, e non viceversa. Pur restando randagi, la loro è una condizione non di sfortuna qui, ma è in linea con una natura a tratti domestica, a tratti selvaggia. Una comunità numerosa perché essendoci il mare arrivano insieme alle navi mercantili per tenere lontani i topi. Così come dei navigati marinai quando si butta l’ancora, anche loro scendono a terra in cerca di avventure.
Per gli amanti del mare è Skiathos, l’isola greca da vivere per chi ama i gatti. Il piccolo gioiello delle Sporadi Settentrionali è anche luogo per gattari oltre che per i turisti amanti del suo mare cristallino. Si possono trovare anche nei monasteri a passeggiare ascetici.
Poi ci sono le città che non ti aspetti, come la trasgressiva Amsterdam in Olanda. Qui si trovano ovunque ed è nota per due attrattive: De Poezenboot e il KattenKabinet. La prima è un’imbarcazione ancorata a uno dei tanti canali che ospita un’intera colonia felina gestita da volontari. Fu fondata nel 1966 dalla gattara Van Weelde con quasi sessanta gatti. Il secondo KattenKabinet è un museo che ospita diverse collezioni tutte a tema ‘gatto’.
In Italia non c’è città o borgo in cui non si possano ammirare i gatti. Protagonisti d’incanto, quasi custodi dell’anima del luogo. Tra i più ‘antichi’ i gatti di Largo Torre Argentina a Roma, vere sentinelle di eternità.
In Sardegna c’è la spiaggia dei gatti, Su Pallosu. Una piccola località in provincia di Oristano, vera oasi di bellezza abitata da queste presenze desiderose di coccole. Qui i gatti sono protagonisti da sempre per aiutare i pescatori contro le infestazioni dei topi. Negli anni sono diminuiti per via delle politiche di sterilizzazione intraprese per evitare che la colonia felina minacci la fauna selvatica locale.
Al Nord c’è il paese dei gatti che è Brolo, una piccola frazione di Nonio in Piemonte che si affaccia sul Lago d’Orta.
In tutte le strade del paese oltre ai gatti veri, ci sono molti dipinti di essi sui tetti delle case, sulle mattonelle, sulle insegne. Dal 2006 nella strada principale c’è un piccolo monumento con un gatto su un’aiuola terrazzata e una stradina pedonale dedicata interamente a loro, la Strescia dal Gat.
Tutto nasce da un’antica storia o leggenda che ebbe inizio nel 1756 durante una seduta del Consiglio in cui la città chiese al paese attiguo Nonio la separazione ecclesiastica dalla Parrocchia di San Biagio. L’esigenza era la scomodità di attraversare ogni volta il fiume Rio Veloce, soggetto a piene, per recarsi alla messa. Così si impegnarono a far diventare autonoma la loro chiesa di Sant’Antonio Abate, promettendo a Nonio di saldare tutti i debiti per poterla rendere fruibile. Non tutti a Nonio però era fiduciosi dell’impresa e non credendoci avevano creato un motto:
“Quand al vien parrocchia Brol, al ratta metrà su ul friol – Quando a Brolo ci sarà la parrocchia il topo si metterà il mantello”
Con ostinazione gli abitanti di Brolo invece cacciarono tutti i topi che infestavano il paese e così riuscirono nell’intento.
“È stata fatta la parrocchia a Brolo ed il ratto ha messo il mantello” risposero.
Il giorno seguente venne fatto inchiodare sulla porta di un’autorità di Nonio un piccolo topo con addosso un mantello, significava che i gatti, gli abitanti di Brolo, avevano cacciato i topi con il loro mantello, gli abitanti di Nonio.