Imposta di soggiorno: Bari raccoglie oltre 3 milioni di euro

A un anno dall’entrata in vigore, l’imposta di soggiorno ha fruttato al Comune di Bari oltre 3 milioni di euro.

A essere precisi, dal 1 ottobre 2023 al 30 settembre 2024 introiti sono stati 3.582.978 euro, di cui 582.615,50 euro incassati nel periodo compreso tra il 1° ottobre e il 31 dicembre 2023 e i restanti 3.000.362,50 euro dal 1° gennaio al 30 settembre 2024. Importi che corrispondono a 835.167 arrivi registrati sulla piattaforma Paytourist; lì dove le strutture alberghiere ed extralberghiere hanno l’obbligo di registrare le presenze dei turisti.

IMPORTI DISTRIBUITI PER TIPOLOGIA DELLE STRUTTURE SCELTE

Albergo: 366.177 pari a 43.84%

Locazioni brevi: 210.172 pari a 25.17%

Affittacamere: 140.915 pari a 16.87%

B&B: 70.619 pari a 8.46%

Casa e appartamento vacanze: 24.792 pari a 2.97%

Residenza turistico-alberghiera: 19.663 pari a 2.35%

Casa per ferie: 1.718 pari a 0.215%

Alloggio agrituristico: 1.111 pari a 0.13%

Dall’introduzione dell’imposta di soggiorno, inoltre, sono salite a 3.163 le strutture ricettive dichiarate sulla piattaforma (erano 1.900 al 1° gennaio 2024). Un incremento attribuibile all’attività di controllo affidata alla task force della Polizia locale per la verifica di eventuali irregolarità nel settore.

Ma tra tanti importi, quello più significativo è quello messo assieme dalle strutture extralberghiere pari a 468.990; con in cima alla “classifica” la raccolta dell’imposta di soggiorno da parte delle locazioni turistiche brevi; in assoluto il nuovo trend relativo alla domanda e all’offerta turistica di nuova generazione.

Rispetto a quanto raccolto dagli alberghi, gli extralberghieri hanno già versato nelle casse comunali di ben 102.813 euro in più. Dati che dimostrano, se mai vene fosse ancora bisogno, la potenza di questi ultimi. Una potenza sottolineata proprio dai numeri, ma si faccia attenzione: l’imposta di soggiorno chiesta al turista dalle strutture alberghiere di Bari parte da 4 euro al giorno. Quella che il viaggiatore versa negli alloggi riconducibili al comparto extralberghiero è di 2 euro quindi meno della metà; tariffe approvate dalla giunta Decaro con la delibera 640 del 24 agosto 2023.

Ma nonostante la superiorità numerica della categoria degli extralberghieri in Puglia, e ormai in tutta Italia, la categoria fatica ancora, in maniera inspiegabile, a sedere ai tavoli delle istituzioni dove si decide il futuro del turismo locale e nazionale. Una categoria ben rappresentata nel tacco d’Italia da Aep, associazioni extralberghiere Puglia, e da Fare, la federazione delle associazioni della ricettività extralberghiera a livello nazionale.

E proprio riguardo agli affitti brevi, ha dichiarato il ministro al Turismo Daniela Santanchè: “Per la prima volta stiamo realizzando una banca dati completa e aggiornata delle strutture ricettive. Ma al di là del numero di CIN fin qui rilasciati vorrei porre l’attenzione, soprattutto, sul numero di strutture ricettive registrate sulla BDSR, che ha raggiunto un livello rilevante, superando quota 500 mila. Un risultato importante che rappresenta la banca dati reale del settore, includendo quelle aziende che in precedenza non erano censite. Questo numero, quindi, comprende anche il sommerso, evidenziando la nascita di nuove imprese del comparto del ricettivo che non erano state dichiarate“.

Credo che i numeri registrati vadano oltre le più rosee aspettative – commenta l’assessore allo Sviluppo locale e Turismo Pietro Petruzzelli – a riprova che la strada intrapresa con l’introduzione dell’imposta di soggiorno è stata quella giusta. Il quadro che ci restituisce la piattaforma Paytourist conferma, infatti, la capacità attrattiva della nostra città, con una media di recensioni positive che si attesta su 4,3/5, cui si aggiunge il fatto che la stragrande maggioranza dei turisti – i nostri migliori alleati perché contribuiscono al passaparola – dichiara che tornerebbe volentieri a Bari“.

L’assessore si è poi soffermato sul tema dei servizi preannunciando la convocazione a giorni di una nuova “riunione del Comitato di indirizzo”, nell’ambito del quale si discuterà in merito alla destinazione degli introiti.

Fermo restando – aggiunge Petruzzelli – che abbiamo già registrato una significativa convergenza con i rappresentanti di settore nel rafforzamento di alcuni settori critici quali il servizio di  raccolta dei rifiuti, in primo luogo presso i ristoranti e i pub, e la pulizia delle aree più frequentate della città e il potenziamento del trasporto pubblico da e per l’aeroporto, estendendo le corse di alcune linee urbane nella fascia notturna per intercettare i turisti che dovessero arrivare a Bari con forti ritardi del loro collegamento aereo”.

Ma chi ha reso ricche le casse del Comune di Bari grazie all’imposta di soggiorno nota anche come tassa di scopo? Risponde ancora Paytourist: il 33.4% dei turisti sono stati di nazionalità italiana, seguiti da un 10.93% di polacchi, 6.18% di francesi, 4.11% di tedeschi, 3.59% sia di statunitensi che di romeni, 3.36% di spagnoli, 3.16% di ungheresi, 2.95% di bulgari, 2.09% di britannici, 1.91% di argentini, 1.75% di olandesi e 1.55% di cittadini brasiliani.

La foto di copertina appartiene all’archivio di valigiamo.it