Il cielo plumbeo e la pioggia che scende giù a dirotto accompagnano l’ingresso dell’auto a Lucera attraverso via Porta Foggia. E subito si ha la sensazione che qui cultura, storia e archeologia convivano con naturalezza.
Da via Porta Foggia la “capitale ” dei Monti Dauni si svela un po’ per volta. Prima di arrivare nel centro storico, di apprezzare il castello federiciano o l’anfiteatro romano, la vista viene attratta dalle facciate dei palazzi caratterizzate dei mattoncini rossi. Una prerogativa che proviene dalla storia, dalle influenze svevo-agioine e islamiche, e dalla presenza di fornaci a ridosso della città.
Piove. Senza tregua. Ma la sete di conoscenza, di scoprire la “chiave delle Puglie”, come è pure nota Lucera per via della sua posizione quale porta del Tavoliere delle Puglie, è tanta. E dopo il periplo di alcune rotonde si intravede l’Anfiteatro augusteo. Impossibile ignorarlo: sfidando la pioggia si attraversa il portale in pietra raggiungendo dopo pochi passi l’arena dal fascino indiscusso.
L’Anfiteatro augusteo fu costruito tra il 27 a.C. e il 14 d,C. Lo volle lì un magistrato locale, M. Vecilius Campus come dono alla collettività; una consuetudine diffusa nel mondo ellenico e romano nota come “evergetismo”: pratica delle buone azioni.
Un Anfiteatro nato prima del Colosseo. In origine poteva ospitare dai 16mila ai 18mila spettatori e ancora oggi è il luogo dove vengono organizzati spettacoli di teatro e musica per un migliaio di persone. Ma nelle intenzioni del sindaco, Giuseppe Pitta, c’è quella di portare a 3500 i posti a sedere per organizzare eventi di richiamo a beneficio del territorio.
“Abbiamo una serie di potenzialità sia paesaggistiche che architettoniche – dichiara a valigiamo.it il sindaco – Nell’Anfiteatro organizziamo la stagione teatrale all’aperto più importante della Puglia, ‘Estate muse e stelle’, a cavallo di luglio e agosto. Una rassegna che ha ospitato i più grandi artisti nazionali. Ma avevamo un grande problema: i posti a sedere. Quelli autorizzati sono pochini, ma come amministrazione abbiamo intercettato un finanziamento che ci consentirà di avviare lavori, entro un paio di settimane, per aumentare le sedute portandole da 1000 a 3500. Questo ci consentirà di proporre eventi di caratura internazionale“.
La Fortezza Svevo Angioina di Lucera è monumento nazionale. E’ situata sul pianoro del Monte Albano, uno dei tre colli su cui sorge la città. Un’area archeologica importante che svela tracce di epoche diverse. Un castello federiciano molto amato dai tedeschi dove Federico II di Svevia fece deportare i saraceni di Sicilia.
Museo civico “Fiorelli” è l’altra tappa imperdibile a Lucera.
Custodisce reperti che vanno dalla Preistoria al Medioevo ed è ospitato in un palazzo nobiliare sottoposto a vincolo come “esempio notevole di dimora signorile settecentesca in Lucera”. Una dimora davvero ricca di storia che conserva intatte, oltre alle statue e reperti archeologici, il salone delle feste, un presepe storico e una enorme cucina provvista di asciugatrice, forni e fornelli, a carbone.
In prossimità del Museo, in piazza del Carmine, vale poi la pena regalarsi una visita al laboratorio di mastro di Giovanni Viola, falegname.
Le sue mani, e quelle del figlio Antonio, sono espressione della cura artigiana e dell’amore per il legno. Restituiscono splendore a mobili malandati e creano lampade marine realizzate da radici e tronchi di albero spiaggiati che Antonio recupera lì dove riesce. Una bottega artigiana che rappresenta un vero e proprio museo che attraverso gli attrezzi da lavoro racconta l’evoluzione e la tradizione artigiana della famiglia Viola.
Lucera è anche edicole votive, dedicate alla Madonna, e chiese in stile gotico, angioino e finanche arabeggianti.
Imponente la Cattedrale di Lucera . In Chiesa un gruppo di bambini chiede perdono a Gesù chi per “non essere andato a messa la domenica precedente preferendo il sonno” chi per altri “peccati” che svelano l’irraggiungibile ingenuità e la purezza dei bambini.
In rispetto della funzione in corso si ha appena il tempo di fare qualche foto al volo e di notare quella che sembra una iscrizione del diavolo, fatta con i suoi tre artigli, visibile in prossimità dell’uscita laterale della chiesa, quella da cui si può accedere in carrozzina. Un segno tanto prossimo all’uscita della Cattedrale, distantissimo dall’altare, che se si è credenti sembra significare che il male non sarà mai prossimo dove c’è fede e si predica l’amore.
Tra le curiosità di Lucera, a ridosso di piazza Duomo c’è il “Vicolo della Ciacianella” che nel punto più stretto misura 22 centimetri e perciò considerato da alcuni il vicolo più stretto al mondo.
Da visitare anche il Circolo Unione che conserva una sala di lettura con ampia scelta di quotidiani e una sala “omaggio” a Massimo Troisi che scelse di girare in paese “Le vie del Signore sono finite”. Qui si incontra, per caso, Francesco Loconte, componente del direttivo degli Sbandieratori e Musici Città di Lucera presenti a ogni manifestazione civile e religiosa.
Imperdibile, nella villa comunale, una foto al monumento l’Uomo della Pace, un’opera del maestro di origini lucerine, Franco Scepi, ispirata all’artista da Karol Wojtyla, nel 1977, e sottoscritta nel 1999 da tutti i Premi Nobel per la Pace nel mondo.
Lucera è anche il paese di Giacomo De Troia, pittore d’arte contemporanea, un talento artistico che dopo varie sperimentazioni sfocia nella pittura esponendo, nel tempo, lavori alla Galleria Modigliani di Milano; a Expo arte di New York, nella galleria Artecultura di Brera suscitando interesse tra numerosi critici d’arte con opere quotate e pubblicate su riviste di settore.
In paese gli ombrelli e i colori dei giacconi dei bambini dell’Istituto Mandes di Casalnuovo Monterotaro colorano piazza Duomo. Ed è ormai ora di pranzo.
Poco distante, “Colpa d’Alfredo” diventa una meta irrinunciabile. E’ una trattoria lucerina che può ospitare al massimo una ventina di posti. Il personale accoglie tutti gli avventori con un sorriso smagliante proponendo ghiotti antipasti e piatti della tradizione del posto. Anche lo chef, Alfredo Rongioletti, riesce a raggiungere i clienti ai tavoli. Si riesce a strappargli una fotografia a condizione che nello sfondo appaia un disegno che un amico, Mosè La Cava, ha voluto donargli per rendere ancora più accogliente la trattoria.
Sono le 16 e si finisce a fare foto di gruppo con il presidente dell’associazione culturale This is Art, Pasquale Minafra, che ha invitato valigiamo.it a scoprire Lucera, e con Giuseppe Toziano del Fai di Lucera nostra preziosa “guida turistica” per un giorno.
Lucera è città candidata a Capitale italiana della Cultura 2026. Qui il video di presentazione di Lucera tratto dalla pagina Fb delle Capitali della Cultura città finaliste.
Le foto appartengono all’archivio di valigiamo.it