Luglio nero per Alberobello con il 5% in meno di presenze, ma nel primo semestre +14%

La segnalazione arriva a valigiamo.it di buon mattino: “Ho un hotel pieno per un terzo rispetto alla capienza. Tutto potevo pensare, ma che i turisti non scegliessero Alberobello per le vacanze proprio no”.

E dal Comune della città dei trulli replicano: “I nostri dati sono differenti e certificati dal sistema Paytourist dove convergono i dati delle 500 strutture alberghiere alberobellesi: il turismo da gennaio a giugno di quest’anno è cresciuto del 15% in confronto allo stesso periodo dell’anno scorso. La contrazione esiste solo nel mese di luglio, da dati certificati, ed è pari a circa il 5% rispetto all’anno scorso. Pertanto, da gennaio a luglio ’24 abbiamo una crescita intorno al 14%”.

L’imprenditore è seriamente preoccupato. Attraverso una video chiamata mostra le stanze vuote. Nei corridoi passa il personale e anche il dipendente della lavanderia che recupera la biancheria sporca dell’albergo conferma il calo generalizzato di presenze: “Paolo (nome di fantasia) non ti preoccupare: stanno tutti così; ne serviamo tanti di hotel. Quest’anno vanno tutti a Noci e Locorotondo. Bisogna stringere i denti”.

Calo di presenze dichiarato anche dal personale dell’impresa di pulizia di cui si serve l’hotel; impiegato anche in altre strutture blasonate del territorio.

Quali siano le ragioni della contrazione di presenze a luglio, problema che riguarda un po’ tutti i territori stando alle lamentele degli operatori del turismo, balneari inclusi, non si sa. Di sicuro l’aumento delle tariffe dei biglietti aerei ha fatto la differenza. Ma anche l’incremento del costo del gas e della luce ha imposto l’aumento dei prezzi in hotel e nelle strutture extralberghiere. Non ultima, la Puglia ha cominciato a fare i conti con la concorrenza di regioni vicine e con quella dei paesi esteri più economici.

Ciò che appare tangibile è l’ulteriore riduzione di capacità di spesa del ceto medio che da una settimana di vacanza si accontenta di 4 giorni, in media, di pausa. Una contrazione di consumi pericolosa che conferma quanto le famiglie italiane siano in sofferenza, costrette a fare i conti al centesimo per arrivare a fine mese. E proprio la generalizzata capacità economica ridotta spiega forse l’assalto alle spiagge libere e il ritorno di banchetti lucchuliani sotto l’ombrellone.