Non ci sono case per i residenti nelle città turistiche a causa della crescita esponenziale di B&B e immobili adibiti a locazioni turistiche? Bari ha la soluzione: la Giunta comunale ha approvato la delibera, di indirizzo per il Consiglio, che prevede incentivi per il cambio di destinazione d’uso di immobili abbandonati riconvertiti in strutture ricettive. Immobili ricadenti nelle zone individuate dal Documento programmatico della rigenerazione urbana.
Detto in altre parole: a Bari si potrà fare business recuperando ruderi e immobili abbandonati trasformandoli in hotel o residenze per i turisti. Uno stratagemma che risponde a evitare l’impoverimento del tessuto sociale cittadino e dei servizi ai residenti, ma diciamolo, utile anche a intercettare investitori interessati a mettere la bandierina della propria catena di hotel in uno dei territori turistici più conosciuti e ambiti del Sud d’Italia.
Lo scorso 16 gennaio valigiamo.it si occupò di “una breve storia triste”: una giovane donna che non riesce ad acquistare casa perché ormai tutte destinate a uso turistico e perciò vendute a prezzi esorbitanti. Venne quindi spontaneo chiedersi quale turismo vogliamo nelle città turistiche? La risposta da Palazzo di città è giunta a distanza di un mese esatto.
La misura per restituire case ai residenti prevede incentivi per interventi di ristrutturazione, di recupero e di riuso degli immobili dismessi, o in via di dismissione, da riconvertire in immobili per l’accoglienza turistica per favorire decarbonizzazione, efficientamento energetico, messa in sicurezza sismica del patrimonio edilizio e contenimento del consumo di suolo.
E il perché degli incentivi è spiegato dai dati relativi alle presenze turistiche. Negli ultimi anni, Bari è stata interessata da una domanda turistica in costante crescita, tanto che le presenze registrate dal Sistema Puglia per l’Osservatorio Turistico (Spot) sono quasi raddoppiate: da 546.070 unità del 2012 a 985.356 unità del 2022.
Alle 985.356 unità vanno aggiunte circa 266.400 unità relative alle movimentazioni delle “locazioni turistiche” (dati preliminari 2022 forniti dall’ARET – Agenzia Regionale del Turismo), ovvero quelle riferite agli “alloggi privati” regolarmente registrati sul DMS – Digital Management System Puglia, che diventano così 1.251.800 circa. Il dato diventa ancora più rilevante se letto in termini di presenze di italiani/stranieri. Infatti, secondo questa lettura, le presenze di italiani sono state nel complesso circa 545.000 mentre quelle di stranieri circa 706.800.
Ma attenzione: il cambio di destinazione d’uso degli immobili sarà possibile solo se consentito dalla disciplina urbanistica di zona, come individuata dal PRG. E qualora le superfici per i parcheggi pertinenziali dei veicoli non fossero sufficienti a consentire il cambio di destinazione d’uso, ne è ammessa la monetizzazione attraverso convenzioni, almeno quinquennali, con strutture dotate di aree e superfici idonee, purché localizzate nel raggio di 400 metri. Nel caso di monetizzazione l’aliquota sarà sottoposta al medesimo abbattimento del 50%.
“Questa crescita eterogenea dell’offerta turistica, determinata dalla necessità di dare una risposta immediata alla domanda del settore, rischia di tradursi in un irrazionale impiego del territorio, che mette in competizione l’offerta turistica con le esigenze di residenzialità cittadina – spiega il sindaco Antonio Decaro – oltre a creare nuove forme di disagio abitativo connesso alla presenza di spazi urbani sottoutilizzati o impiegati in usi legati alle sole esigenze turistiche. Per questo vogliamo provare a incentivare una razionalizzazione dell’offerta turistica che si orienti verso attività di impresa nel settore della ricettività, favorendo la realizzazione di strutture turistiche alberghiere”.
“In questo senso – prosegue Decaro – crediamo che una politica di riduzione degli oneri economici correlati alle urbanizzazioni consentirebbe agli operatori del settore di avviare una programmazione efficace di investimenti significativi, potendo contare su benefici indotti dalla minore onerosità degli interventi di riqualificazione e cambio di destinazione d’uso. D’altro canto auspichiamo che la città di Bari si doti, anche grazie a questi incentivi, di una platea di strutture turistiche adeguata alla crescente domanda turistica, nell’interesse delle variegate necessità della collettività, che vede nell’economia del turismo un’importante leva dello sviluppo per la città di Bari”.
Riguardo alle strategie individuate dal Comune di Bari si è espressa Aep, associazioni extralberghiere di Puglia, promotrice di un convegno seguitissimo, in Fiera del Levante a Bari, che ha riunito oltre 200 addetti ai lavori e imprenditori.
“Con la consueta lungimiranza che ci contraddistingue – afferma Cinzia Capozza presidente di Aep – durante l’evento “Chi semina raccoglie” abbiamo sottolineato la gravità del tema anticipandone la discussione insieme al Sunia. E’ interesse di tutti mirare a una salubre collaborazione a tutela del brand Puglia. Ben vengano tutte le iniziative a recupero del decoro e della storia delle nostre città a condizione che non si cannibalizzi il patrimonio immobiliare esistente facendo un favore agli imprenditori del mattone o del turismo. A Bari non ci sono case non solo per i residenti, ma anche per gli universitari ed è un paradosso essendo una città universitaria“.
In copertina Bari – Palazzo di Città dall’archivio di valigiamo.it