Storia, prevenzione e turismo sostenibile in bici con la Lilt da Roma a Santa Maria di Leuca, in Salento. Una iniziativa finalizzata alla scoperta del patrimonio artistico, storico e culturale della penisola organizzata dall’associazione La storia in bici per il centenario della Lega italiana per la lotta contro i tumori. Un viaggio nella storia attraverso un approccio e un percorso di turismo alternativo che vedrà impegnati i partecipanti a pedalare per 1000 km., distribuiti in 10 tappe, attraversando 4 regioni e 100 comuni.
Il gruppo di ciclisti partirà dalle Catacombe di San Callisto, giovedì 1° settembre a Roma, dalla storica Appia Antica. Un viaggio che dalle vie consolari romane attraverserà i tratturi della transumanza, tra aree archeologiche, templi pagani, santuari cristiani fino a raggiungere il 10 settembre Santa Maria di Leuca; quel territorio più a Sud della Puglia dove il mare Adriatico e lo Jonio sembrano unirsi in un lungo e silenzioso abbraccio.
Alla cerimonia del taglio nastro a Roma saranno presenti Francesco Schittulli, presidente Lilt Nazionale, e Michelino Davico, presidente dell’associazione ‘La Storia in Bici’.
Saranno circa cento i ciclisti e appassionati pronti a intraprendere questo viaggio di emozioni e di scoperta seguendo i tempi e il ritmo del proprio corpo nel piacere di riscoprire orizzonti lontani. La cultura della prevenzione come metodo di vita sarà il loro traguardo.
In ogni tappa inoltre saranno previsti momenti di condivisione e intrattenimento, organizzati dalle associazioni provinciali Lilt.
“L’attività sportiva è uno dei pilastri della prevenzione primaria. È infatti fondamentale per evitare il progressivo aumento di peso e i dannosi effetti determinati dalla sedentarietà, che rappresentano uno dei fattori di rischio nell’insorgere del cancro – ha commentato Schittulli – oltre al benessere, gli amici dell’associazione La Storia in bici condividono con noi anche intenti a sfondo sociale e comunitario, come il valore della storia, della scoperta, della partecipazione e della divulgazione; non poteva quindi esserci occasione migliore per festeggiare il nostro primo secolo di attività”.