Estate rovente per i passeggeri che hanno scelto di viaggiare con Ryanair. E’ previsto lo sciopero dei piloti irlandesi il 12 luglio e sono possibili altri disagi a fine mese.
Potrebbero non volare gli aeromobili della compagnia low cost irlandese anche il 25 e il 26 luglio in Italia, Spagna, Portogallo, Paesi Bassi e Belgio. E lo sciopero potrebbe coinvolgere anche la Germania: neanche il sindacato tedesco Vereinigung Cockpit, che rappresenta i piloti, ha raggiunto un accordo.
Proteste degli assistenti di volo prodotti dal fallimento dei negoziati con i sindacati Sitcpla, Snpvac, Cne/Lbc, e Uiltrasporti.
Il personale Ryanair chiede di non fare più riferimento alla legge irlandese per la stipula dei contratti di lavoro.
Scioperi che potrebbero determinare ritardi di almeno 3 ore o cancellazione dei voli. Da qui il consiglio di monitorare la situazione se si è in possesso di un biglietto che coincide con le giornate in cui sono previsti i disagi.
A tal proposito, AirHelp ricorda che ad aprile di quest’anno la Corte di giustizia europea ha stabilito che gli scioperi del personale delle compagnie aeree non possono essere considerati una ‘circostanza straordinaria’ e quindi possono essere risarcibili per legge e a partire da un ritardo di oltre cinque ore, la compagnia aerea è tenuta a rimborsare ai passeggeri l’intero prezzo del biglietto.
In caso di ritardo superiore alle due ore e di distanza superiore ai 1.500 chilometri, la compagnia aerea che opera il servizio deve fornire pasti e bevande anche ai passeggeri in aeroporto, con la possibilità di effettuare due telefonate o inviare due fax o e-mail. Se necessario, le compagnie aeree devono anche fornire un alloggio e facilitare il trasporto.
Sempre AirHelp informa che per voli in ritardo, cancellati o imbarchi negati, tutte le compagnie aeree (low cost comprese) devono corrispondere da 250 a fino 600 euro di rimborso a prescindere dal prezzo pagato per il biglietto acquistato. Si tratta di un diritto dei passeggeri il più delle volte a loro sconosciuto (o omesso dalle compagnie aeree), tant’è che meno del 2% degli aventi diritto ha richiesto e ottenuto il risarcimento.