Stati Generali del turismo, le richieste al governo degli addetti ai lavori

La seconda giornata dei lavori degli Stati generali del turismo è cominciata con un focus sul complesso ecosistema del turismo, sulle tipologie di ricettività, sull’open air, sul turismo di alta gamma, su quello organizzato e su quello termale. Dipologie differenti di accoglienza che al Governo hanno chiesto normative chiare e una fiscalità nuova.

Ad apertura lavori, il mondo imprenditoriale professionale ha chiesto subito la rimodulazione del Pnnr e dell’accesso al credito. Ha fatto appello affinché cambi anche la visione di impresa turistica. Alberghi che non devono essere considerati dei beni di lusso, ma beni strumentali “e come tali vanno considerati”, è stato detto. Imprenditori che hanno chiesto una richiesta di diversa fiscalità relativa a Imu e Tari e di ridefinire l’idea che si ha di “albergo di lusso come proprietà” che invece, come qualsiasi hotel, dovrebbe essere inteso come uno strumento per creare valore sul territorio. Albergatori e tutto il comparto della ricettività professionale che a Chianciano hanno ribadito la necessità di dialogo e risposte da parte della politica.

Quanto al post pandemia, gli imprenditori hanno sostenuto che ci vorranno dieci anni per pagare i debiti contratti durante la Covid desease. Tanti alberghi ed esercizi commerciali hanno chiuso a Roma, Venezia, e nella stessa Chianciano. E per questi imprenditori che non ce l’hanno fatta è stato chiesto un minuto di silenzio.
Quindi, tra le priorità del nuovo Piano triennale del turismo di cui si discute a Chianciano, si è chiesto di sostenere la riqualificazione delle imprese con bandi aperti a sportello facendo, per esempio, confluire all’interno parte degli introiti della tassa turistica. Tra le altre priorità: contrastare l’abusivismo, l’evasione fiscale e il lavoro nero; ridurre la pressione fiscale; favorire gli investimenti in risorse umane; presidiare le reti on line.

Riguardo alla ricettività extralberghiera, è stato subito detto che analisi e dati che si riferiscono al comparto andrebbero affinati. Ma è stata confermata anche a livello nazionale la superiorità dei numeri di posti letto offerti dagli extralberghieri rispetto alla ricettività imprenditoriale classica.

Riguardo alle case vacanza, rappresentanti del comparto a livello nazionale, hanno chiesto leggi chiare a oggi soggette a 20 normative regionali. Si è poi ricordato che in Italia sono state tracciati circa 650mila appartamenti on line sulle varie piattaforme. Imprese non imprese che generano risentimento nei gestori professionali. Case vacanza, secondo dati Eurostat, in concorrenza con quelle spagnole, croate e francesi e non con gli hotel. Sempre dati alla mano è stato dimostrato quanto “l’attività di property management sia un business a bassa marginalità e impone la scalabilità di processi e dimensioni per fare ricavi e coprire i costi fissi”. Da qui la richiesta di un quadro normativo incentivante.

Ai dati di Eurostat sono seguiti quelli Istat: nel 2021 sono stati censiti 188.348 esercizi ricettivi extralberghieri autorizzati dai Comuni e 2.887.499 posti letto pari al 56% della capacità ricettiva nazionale. Numeri che incidono sul Pil nazionale che creano occupazione e vanno difesi.

La categoria degli extralberghieri ha invece lamentato provvedimenti spot che hanno aumentato l’incertezza e la confusione legislativa che ha reso il comparto meno competitivo sul piano nazionale. Dagli extralberghieri è quindi giunta anche proposta innovativa: intervenire sull’evoluzione urbana delle aeree a vocazione turistica agendo su infrastrutture, mobilità e servizi vari.

E’ stato suggerito anche di “accogliere la vocazione italiana a ospitare” sostenendola con normative ad hoc di sintesi della collaborazione tra pubblico e privato.

Immancabile il confronto sulle strategie di destagionalizzazione e anche qui gli attuali regolamenti nazionali e locali fanno la differenza e si è chiesto un ripensamento produttivo per l’economia dell’accoglienza e fondamentali gli incentivi agli sviluppi del territorio.