Taranto e il tour tra gli antichi fasti della Magna Grecia. Una città che si prepara ad accogliere i Giochi del Mediterraneo 2026 e una trasformazione significativa.
Nei giorni scorsi, l’amministrazione Melucci e il Taranto Opera Festival hanno incontrato agenti di viaggi e tour operator proprio per promuovere il capoluogo jonico.
Una città, quella dei due mari, dove il turismo è in netta crescita tanto da diventare appetibile per numerosi tour operator.
Il vicesindaco e assessore alla Cultura Fabiano Marti e l’assessore allo Sviluppo economico, Marketing territoriale e turismo Fabrizio Manzulli, insieme al presidente del Taranto Opera Festival Pierpaolo De Padova e a Tommaso Valenzano di Go4sea e Oronzo Scelzi della Eurocomex viaggi, hanno tenuto un incontro con agenti di viaggio e tour operator a Palazzo di Città finalizzato a intercettare un modello di collaborazione che promuova la meta Taranto.
Gli sforzi che l’amministrazione guidata da Rinaldo Melucci sta compiendo per sovvertire la narrazione negativa che la città ha subito negli ultimi decenni, quindi, stanno dando frutti importanti e soprattutto stanno trovando l’appoggio di operatori culturali italiani come il Taranto Opera Festival, che ha fatto numeri importanti con i suoi pacchetti che coniugavano cultura e turismo. E proprio da questa esperienza è partito il confronto con le altre realtà interessate a Taranto e alle sue potenzialità.
«Abbiamo dimostrato come non sia impossibile raccontare questa città in maniera diversa – le parole del vicesindaco Marti – grazie al nostro impegno e a quello di chi sta lavorando alla trasformazione di questa città. Noi seguiamo un canovaccio, il piano “Ecosistema Taranto”, che ci mostra cosa vogliamo che diventi la città: un luogo accogliente, capace di esprimere alternative di sviluppo che ci hanno negato per anni, dove i turisti non trovino posto. Chi arriva qui finisce per innamorarsene, e va via con gli occhi colmi d’amore per questa meravigliosa città. Dobbiamo continuare a lavorare su queste emozioni, utilizzando anche l’esperienza del Taranto Opera Festival, i cui organizzatori non smetterò mai di ringraziare, mutuabile per tutte le altre iniziative che abbiamo avviato e avvieremo. Taranto è ormai la città dei festival».
Dopo la presentazione e i saluti a palazzo di città è cominciata la visita con un crescendo di affascinanti scoperte e belle sorprese: guidati dalle preparatissime Silvia e Lavinia il gruppo di inviati ha attraversato il ponte girevole godendo di una vista unica sul castello e sui due mari.
Il Castello Aragonese è gestito dalla Marina Militare che provvede anche al restauro e alla conservazione del sito mettendo a disposizione della comunità diverse sale interessanti e l’antica cappella di S. Leonardo.
Proseguendo per la città vecchia, percorrendo strette viuzze tra palazzi della nobiltà tarantina non tutti restaurati, si è giunti in via Duomo arrivando alla Cattedrale di San Cataldo rimaneggiata nei secoli e quindi con diversi stili architettonici, passando dalla cripta bizantina del X secolo fino allo spettacolare Cappellone barocco di San Cataldo.
Nella città vecchia da non perdere anche il bellissimo Palazzo arcivescovile, la Chiesa di San Domenico e l’ex convento con il suo chiostro. Un’altra chicca molto interessante è rappresentata da decine di ipogei che si trovano sotto i palazzi storici., ma anche in case private e in alcuni alberghi. Degno di nota l’ipogeo De Beaumont-Bonelli. Completano e rendono unico questo quadro la gente, i profumi, i colori e il calore dei Tarantini.
Indubbiamente la perla della città è il Museo Archeologico Nazionale “ MArTA “ uno dei musei più ricchi del sud, famosissimo nel mondo per i suoi celebri “Ori” , diademi ,monili, scettri di alta oreficeria trovati in gran parte nelle tombe di Canosa ma di certa produzione tarantina. Il museo è stato ristrutturato in ben 7 anni riaprendo, in tutto il suo splendore, il 20 dicembre 2007 e al suo interno sono custoditi tesori inestimabili che vanno da raffinati scrigni a teche argentee, da corredi di vasi attici, corinzi, italioti agli splendidi mosaici delle case ellenistiche dell’antica città Jonica e numerose sculture in marmo, collezioni di statue, collezioni di ceramiche e corredi funerari.
In serata i componenti del gruppo in visita a Taranto hanno assistito al concerto organizzato da “Taranto Opera Festival” nel Castello aragonese eseguito dal trio “Domenico Savino“ con il mezzosoprano Francesca Ruospo e il tenore Nico Franchini.
La serata si è conclusa con un percorso enogastronomico con 14 postazioni food and drink con la somministrazione di latticini e prodotti caseari, insaccati provenienti dalla Valle D’Itria, vini delle migliori cantine del territorio e preparazione dal vivo di prodotti tipici della tradizione pugliese come pasta fatta a mano e panzerotti fritti.
La seconda giornata è stata dedicata tutta alla scoperta del golfo popolato da colonie di delfini e del territorio interno contraddistinto dalla presenza di antiche masserie.
Di buon ora dopo una breve passeggiata, il gruppo ha raggiunto il molo Sant’ Eligio per incontrare Carmelo Fanizza fondatore dell’associazione di ricerca scientifica Jonian Dolphin Conservation finalizzata allo studio dei cetacei del Golfo di Taranto nel mar Jonio settentrionale. Quindi è cominciata la navigazione a bordo di un catamarano di 40 ft e 50 m2 di superficie calpestabile.
Comincia l’avventura, unica e spettacolare, alla ricerca e avvistamento di intere famiglie di delfini che si avvicinano al catamarano e sembrano giocare e dialogare con i turisti. Non ci sono parole per descrivere l’emozione del momento. Un gruppo coinvolto nell’attività di ricerca con ecoscandaglio, sonde multiparametriche, sistemi di ripresa video fotografica e idrofoni per studi di bioacustica.
Ma le sorprese che riserva Taranto e la sua provincia non sono finite. Dopo l’incontro con i delfini viene proposta una visita guidata che si snoda attraverso il territorio delle cento masserie di Crispiano. Un viaggio affascinante attraverso l’evoluzione della civiltà contadina, un percorso fatto di storia e tradizioni in cui il turista verrà guidato alla scoperta delle masserie dove potrà conoscere le varie forme di espressione artistica del mondo rurale fino ad arrivare alle forme più moderne di agricoltura e zootecnia.
Per valorizzare questo enorme patrimonio nel comune di Crispiano è stata creata la cooperativa Korat che sotto la guida dell’appassionato e instancabile presidente Alfredo De Lucriziis ha dato vita al progetto turistico “100masserieintour” coordinato dalla signora Anna De Marco. L’obbiettivo primario di questo progetto è quello di promuovere eventi culturali, turistici, enogastronomici e visite guidate organizzando degustazioni e laboratori di farine, olio, miele, latte ed erbe spontanee con la presenza di esperti del settore.
Il tour ha toccato quattro strutture: la prima Masseria Amastuola è una costruzione a corte chiusa le cui origini risalgono al 1400. In seguito alla recente ristrutturazione è diventata un elegante wine resort e al suo interno si trova un’accogliente sala degustazione, una bottaia e un rinomato ristorante. Dispone di 18 camere e dalle sue terrazze si gode una vista mozzafiato sul mar Ionio e sul vigneto-giardino disegnato dal paesaggista spagnolo Fernando Caruncho.
La seconda è la Masseria Qui ut Deus fondata nel 1710 il cui restauro è merito del proprietario Antonio ha dato risalto a tutti gli elementi architettonici. Sono qui presenti una Spa ed arredi in legno fossile.
Proseguendo per le strade di campagna, inebriati dal profumo dei cerri, delle querce, dei lecci, dei corbezzoli, dell’erica e della ginestra, arriviamo alla masseria Pilano del 1600 di proprietà dei fratelli Palmisano. Questa masseria è molto conosciuta anche per i suoi allevamenti di bovini Podolici pugliesi, dei cavalli Murgesi e i cani pastori Abruzzesi e inoltre per la produzione di olio extra vergine biologico e di grano duro. La struttura è stato il primo agriturismo nel Sud Italia ad avere i “ 5 girasoli “ offrendo la possibilità ai suoi ospiti di soggiornare nelle antiche strutture ricavate dal restauro delle tipiche stalle e dei trulli del 1600 affacciati sulla suggestiva corte interna e sul vasto jazzo delle antiche stalle.
Ultima tappa del tour è la masseria Mita di proprietà di Vincenzo e Maria Imperatrice e appartenuta nei primi del 1600 al Monastero della Purità di Martina Franca. Questa struttura è ubicata ai piedi della Murgia Tarantina in un contesto paesaggistico di grande bellezza grazie alla presenza e al profumo della macchia mediterranea. La masseria è a corte chiusa ed include anche uno jazzo ed un’aia settecenteschi, inglobati nel corpo di fabbrica, una garitta di difesa ed una cappellina dedicata all’Immacolata. La produzione di questa masseria biologica si sviluppa con la coltivazione di 1200 alberi di olivo secolari, 10 ettari di vigneti, alcuni alberi da frutta e un simpatico orto famigliare.
Oronzo Scelzi
Per info e prenotazioni: 0805212627