
Una Tari iniqua in Campania per il settore extralberghiero: l’Abbac, associazione Bed & Breakfast della Campania, alza la voce e denuncia l’applicazione della Tari ai B&B senza alcuna distinzione tra gli spazi destinati all’ospitalità e quelli ad uso abitativo. L’associazione ha chiesto una revisione della normativa inviando, tra l’altro una nota all’Anci e ai Comuni, per contenere quella che sembra una anomalia fiscale che fa lievitare di molto il calcolo della tassa rifiuti.
Secondo l’Abbac, la Tari viene calcolata come se l’intera abitazione fosse adibita ad attività ricettiva, senza considerare gli spazi degli immobili riservati all’uso personale del gestore. Un calcolo che per il presidente dell’associazione, Agostino Ingenito, va contro ogni principio di equità fiscale.
“Si tratta – dice – di un’ingiustizia evidente, perché i B&B non possono essere equiparati agli alberghi, né per dimensioni né per produzione di rifiuti. I gestori già affrontano numerosi obblighi burocratici, ora si trovano anche a pagare una tassa sproporzionata rispetto alla loro reale attività. Serve un intervento immediato”.
Nella nota inviata all’Anci, ai Comuni e ai media, l’Abbac si rifà ai principi di equità contenuti nelle normative esistenti citando il D.Lgs. 50/2017 che distingue la parte abitativa da quella destinata all’accoglienza. Richiama anche la Legge Regionale Campania 19/2012 che tutela le strutture extralberghiere. Ma per l’Abbac l’applicazione della TARI da parte di molti Comuni non terrebbe conto di queste differenze aumentando la pressione fiscale sugli extralberghieri e piccoli imprenditori.
“Se vogliamo sostenere il turismo, non possiamo soffocarlo con balzelli ingiusti – conclude Ingenito – chiediamo alle istituzioni di intervenire subito, prima che il settore ne paghi le conseguenze”.
L’associazione ha chiesto quindi alla Regione Campania e ai Comuni di adeguare i regolamenti per introdurre una tassazione più equa distinguendo gli spazi privati da quelli destinati all’ospitalità.