Turismo, in Puglia la ricettività a nero si combatte con il Cis

Stop alla concorrenza sleale e al business del nero nel settore della ricettività turistica.

La Giunta regionale pugliese ha approvato il documento di attuazione alle procedure amministrative per l’istituzione e la gestione del Registro regionale delle strutture ricettive non alberghiere, previsto da una legge regionale del 2018.

L’Esecutivo ha  inoltre stabilito l’obbligo di indicare e di pubblicare il Codice identificativo di struttura (CIS) per ogni singola unità ricettiva pubblicizzata, a decorrere dal 1 giugno 2020. Per gli inadempienti sono previste sanzioni pecuniarie da un minimo di 500 a un massimo di 3mila euro.

Secondo studi commissionati da Pugliapromozione, per 1 turista censito ve ne sono 6 in nero. Così, l’incisiva lotta della Federalberghi Puglia contro la piaga dell’abusivismo ricettivo registra il più importante successo di una battaglia condotta con impegno e coerenza negli ultimi anni.

«La nostra associazione può festeggiare oggi un successo cruciale nella dura battaglia contro l’abusivismo ricettivo – commenta Francesco Caizzi, presidente della Federalberghi Puglia – La Puglia si è finalmente dotata di uno strumento che lo stesso sottosegretario al Turismo Lorenza Bonaccorsi ha annunciato di voler adottare anche a livello nazionale».

«Il Codice identificativo di struttura – spiega il leader degli albergatori pugliesi – dovrà essere indicato dai soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare e affitto breve, nonché quelli che gestiscono portali telematici, sugli strumenti utilizzati nella pubblicità, promozione e commercializzazione dell’offerta».

Secondo quanto si è appreso, sono previste sanzioni pecuniarie da 500 a una massimo di 3mila euro per chi non rispetta le regole. Le funzioni di vigilanza, controllo e di irrogazioni delle sanzioni amministrative saranno esercitate dai Comuni, ferma restando la competenza dell’autorità di pubblica sicurezza e dell’autorità sanitaria. L’obbligo del CIS andrà in vigore a partire dal 1 giugno 2020.

Secondo dati di Federalberghi, da dicembre 2018 ad agosto 2019 in Puglia erano disponibili su Airbnb ben 40.481 alloggi. In soli due anni, da agosto 2017 ad agosto 2019, il numero degli alloggi offerti è aumentato dell’88,28%.

Il sommerso turistico ha immesso nel mercato più di 160.000 camere producendo il fatturato maggioritario (50/60%) dell’intera economia turistica pugliese.