Turismo, Bocca Federalberghi: “Costretti a chiedere finanziamenti alle banche”

“La situazione è complessa. Siamo costretti ad andare dalle banche per ottenere finanziamenti, ma i tassi oggi non sono quelli di una volta, stiamo entrando in un giro pericoloso”. Parola di Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, intervenuto al Made in Italy Summit del Sole 24 Ore e Financial Times.

Una situazione che “porterà alla chiusura di tanti alberghi” come già deciso dal gruppo pugliese Caroli Hotels che ha già serrato i cancelli delle sue cinque strutture nel Salento tra Gallipoli e Santa Maria di Leuca. Una decisione pare maturata in seguito a una bolletta dell’energia elettrica da 500mila euro.

“Molti non ce la faranno a stare in piedi in bassa stagione – ha aggiunto Bocca – e riapriranno solo in alta stagione 2023. Sarà un problema anche per l’indotto, che prende il 60% della spesa del turista”.

“Venivamo da due anni di chiusure – ha proseguito – la liquidità fatta dagli alberghi è servita per pagare i costi dei due anni precedenti, di tasse come l’Imu presenti anche in periodi di chiusura”.

Ma con la bassa stagione tutto cambia e “i ricavi degli alberghi non sono sufficienti per pagare l’incremento dei costi energetici”.

“Le bollette sono aumentate rispetto del 2019 del 600%, – ha denunciato il presidente nazionale di Federalberghi – quando ci sono ricavi sufficienti va bene, non ci saranno utili ma si va avanti, oggi però c’è da scegliere se pagare le bollette o gli stipendi”.

“Con la formazione del nuovo governo – ha concluso Bocca – noi vedremmo molto bene un ministero Sport turismo e grandi eventi”.

Insomma, a ben guardare i dati dei primi bilanci a conclusione della stagione estiva 2022, si può affermare che non è “oro tutto ciò che luccica”. Per quanto i flussi turistici siano con segno più, rispetto agli anni caratterizzati dal clou della pandemia, i ricavi sono stati modesti se non addirittura nulli a causa degli effetti della guerra tra Russia e Ucraina.

In pesante crisi anche il settore extralberghiero, imprenditoriale e familiare, che in questi mesi ha sofferto per il caro bollette. In tanti, tra B&B, affitta camere e case vacanza, non approfitteranno dei ponti autunnali e delle festività natalizie a causa dei rincari del gas e delle altre materie prime per il riscaldamento tra cui il pellet i cui costi sono lievitati: da 6 euro, in media, a 12 euro a sacco da 15 chili. Ciò significherà rinunciare anche alle aperture di Pasqua.

E in tanti chiedono siano avviate indagini per condannare le eventuali speculazioni iniziate con il lockdown e proseguite con la guerra.