Sono enormi i danni prodotti dalla paura del contagio dal Coronavirus. Tra gite scolastiche annullate e la richiesta di rimborsi di crociere e settimane bianche, Federturismo ha chiesto lo stato di crisi.
Poi ci si mette la percezione all’estero della gravità del contagio in Italia: Israele, Irlanda, Montenegro, Macedonia e Serba sconsigliano di scegliere il nostro territorio come meta per le vacanze e la Tunisia pare abbia intenzione di sospendere i voli di collegamento con lo Stivale.
“La situazione è fuori controllo e di una gravità assoluta – dice Ivana Jlenic presidente Fiavet – Noi ci aspettiamo un intervento forte e mirato del Governo perché le imprese turistiche, che muovono il 13% del pil di questa nazione, non possono essere lasciate da sole. Se crolla il turismo, non ce n’è più per nessuno”. “Il settore si deve compattare per agire in maniera rapida- aggiunge – La prima cosa che ci aspettiamo è che il Governo metta i vettori aerei, quasi tutti stranieri, nella condizione di dover provvedere ai rimborsi perché non è ipotizzabile che tutto sia scaricato sulle imprese italiane”.
Intanto, fino a qualche ora fa, la risposta di Ryanair a una richiesta di rimborso fatta da un’agenzia viaggi del Barese è stata: “Siamo a conoscenza della situazione attuale. Purtroppo la posizione di Ryanair rimane invariata. E’ possibile richiedere il rimborso per Coronavirus solo in caso di contagio”.
Una risposta che manda in fumo circa 200mila euro di viaggi d’istruzione e non è ancora chiaro se questo tipo di causa di forza maggiore sia coperta dalle assicurazioni stipulate dalle agenzie di viaggi.
“E’ un momento estremamente difficile per il mondo delle agenzie di viaggio e i tour operator – insiste Jlenic – il sistema si sta semiparalizzando tra la psicosi che si è sviluppata e i vari timori delle notizie che si rincorrono la situazione è piuttosto critica. L’informazione così martellante sta ingenerando nei paesi stranieri una forma di psicosi”. Insomma, all’estero la percezione del problema in Italia parrebbe “molto distorta”.
Federturismo quindi chiede lo stato di crisi per il settore. “Le stime più prudenti prima della diffusione del virus parlavano di una perdita di 5 miliardi di euro – commenta la presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli – ma adesso ci troviamo nella condizione di non poter più nemmeno stimare l’impatto a causa della drammatica evoluzione in corso. Anche nel caso di una rapida soluzione del problema per il nostro settore la stagione è compromessa: oltre alle migliaia di cancellazioni, si aggiungono le mancate prenotazioni per tutto il secondo semestre 2020, normalmente già a buon punto in questa parte dell’anno”.
“A nome di un comparto che rappresenta il 10% del Pil e oltre 4 milioni di lavoratori – prosegue – abbiamo scritto al presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, chiedendo lo stato di crisi per il settore del turismo e di attivare tutte le misure di supporto a tutela dei posti di lavoro e della vita stessa delle nostre imprese”.
L’auspicio è che l’Italia conservi il suo appeal anche grazie la promozione martellante delle regioni divenute negli anni un vero e proprio brand tra cui vanno citate la Puglia e l’intramontabile Sardegna. Regioni lontane dai focolai del Coronavirus e dove, al momento, non c’è alcun pericolo. Qui, complici le temperature miti, capita anche di vedere i turisti in spiaggia per il primo bagno di stagione.
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