Viaggi e Coronavirus: crisi turismo, la Valle d’Itria concentrata sulla ripresa

Proprietari e gestori di strutture extra alberghiere della Valle d’Itria, B&B, agriturismi e case vacanza, hanno incontrato, in videoconferenza l’assessore allo Sviluppo Economico del Comune di Martina Franca Bruno Maggi.

Una riunione voluta proprio dall’assessore con i rappresentanti delle strutture ricettive che, nelle settimane scorse, ancora prima del decreto “Cura Italia”, avevano inviato ai presidenti Conte ed Emiliano, all’assessore regionale al Turismo, Capone e ai sindaci dei Comuni della Valle d’Itria, una lettera/appello per puntare i riflettori su una categoria che non beneficia di attenzione e di sostegni economici alcun tipo.

Una porzione, quella delle strutture extra alberghiere, fondamentale per l’economia del territorio e di certo tra le più colpite dagli effetti collaterali provocati dalla pandemia Covid19.

Il portale Bed-and-breakfast.it ha censito 30mila B&B in Italia di cui il 30% imprenditoriali, cioè con partita Iva, e il 70% a conduzione familiare. Strutture che, è stato stimato, danno lavoro a 45mila persone calcolando che il 45% dei gestori non ha altra occupazione e vive dai ricavi dell’accoglienza turistica.

All’incontro con l’assessore Maggi hanno quindi partecipato il presidente della Pro Loco Pino Bonasia, e 11 componenti dell’associazione Magica Valle d’Itria che riunisce i piccoli imprenditori del turismo: Giuseppe Semeraro, Ugo Minafra, Donatella Lopez, Marilù Scrimieri, Antonella Caroli, Anna Maria Calella, Michele Cito, Giuseppe Volpe ed Elena Grassi.

Nonostante la crisi, è però emersa una forte volontà di tutti nell’agire seguendo due direttrici: la prima nel breve periodo, la seconda a medio-lungo termine.

Nel breve termine, sia per chi ha responsabilità istituzionali, sia per le forze private, una volta definita l’entità temporale dell’emergenza, gli sforzi saranno concentrati sulle azioni per reggere il contraccolpo subito; al contempo, però, l’attenzione sarà puntata anche al lungo periodo, per ideare nuove visioni e progetti.

Sicuramente, chi prima riuscirà a rimodulare i propri progetti, adeguandoli a nuove abitudini, risulterà avvantaggiato.

Al di là dei contesti futuri che nasceranno, tutti i partecipanti alla video conferenza hanno convenuto sull’importanza di puntare, con ancora più forza, sul brand Valle d’Itria.

Certamente, il fascino e la bellezza della Valle d’Itria resterà immutata, e toccherà alla comunità locale promuoverla e valorizzarla nella forme più adeguate. Tra le priorità la promozione del turismo enogastronomico, esperienzale con tutte le tradizioni e le tipicità che caratterizzano il territorio e del fashion; grazie alla nutrita presenza su Martina Franca di aziende di confezioni si potrebbe ipotizzare di fare diventare la Valle d’Itria la Milano della moda del Sud.

Un’altra valutazione che è stata condivisa, è quella della destagionalizzazione, sia per l’anno in corso, viste le difficoltà di programmare la stagione estiva, che per quelli futuri.

Altro tema importante toccato è stato quello della tassa di soggiorno, entrata in vigore dal 1° settembre 2019, i cui ricavi, quelli già ottenuti e quelli che verranno, dovranno essere destinati principalmente alle attività di promozione del territorio.

Vista la chiusura obbligata fino a una data che ancora non si riesce a mettere a fuoco, è stato chiesto lo slittamento del periodo di chiusura obbligatoria a cui sottostanno le strutture a conduzione familiare che per legge posso fare accoglienza turistica per un massimo di 270 giorni all’anno.

Abbiamo adottato il metodo del confronto e della partecipazione, con questa nuova forma di riunioni a distanza – la sottolinea l’assessore allo Sviluppo Economico Bruno Maggi – Vogliamo che le Istituzioni locali, siano vicine e supportino quelle regionali, nazionali e comunitarie e, soprattutto, vogliamo che ciascuna Istituzione supporti tutte quelle forme di impresa privata che rappresentano il motore della nostra Comunità. Non sono solo semplici riunioni, quelle che stiamo facendo, magari per piangerci addosso, ma piattaforme operative dalle quali ripartire”.