Turismo e Coronavirus, gli extra alberghieri di Puglia scrivono a Conte ed Emiliano

I proprietari di 22 strutture extra alberghiere, B&B, agriturismi e Case vacanza della Puglia, hanno scritto e inviato questa mattina una Pec indirizzata al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e della Regione Puglia, Michele Emiliano. Una raccomandata che contiene una nutrita richiesta di misure straordinarie a sostegno della categoria.

I piccoli imprenditori firmatari della Pec hanno il timore di non riuscire a intercettare alcun paracadute in seguito alla crisi prodotta dal coronavirus.

“Tra i settori che per primi hanno risentito del problema c’è stato il turismo che ha visto la totale cancellazione delle prenotazioni nel periodo primaverile e finanche nel mese di luglio – si legge nella email dell’associazione Magica Valle d’Itria – Da Nord a Sud sono migliaia i posti letto messi a disposizione dell’accoglienza turistica da piccoli imprenditori e da strutture a conduzione familiare iscritte nei registri regionali e comunali”.

“Una categoria, quella dei proprietari e dei gestori delle strutture extra alberghiere – prosegue la lettera – a oggi senza alcun tipo di paracadute e per la quale le attività di B&B, Case vacanza, Agriturismi o Affittacamere, rappresentano la fonte principale di guadagno a livello familiare”.

“Uomini e donne – spiegano al Presidente del Consiglio e della Regione Puglia – che, avendo perso il lavoro, hanno convertito seconde case in strutture per l’accoglienza accendendo mutui decennali. Attività create per capo famiglia, figli e nipoti, rimasti senza lavoro. Persone che già dal mese di febbraio hanno avuto difficoltà a pagare le bollette, le rate dei mutui e i contributi del personale”.

Quindi le richieste dei gestori e dei proprietari delle strutture “nel panico per la paura di contrarre il coronavirus” e perché “ormai incapaci di fare fronte alle spese e all’acquisto del necessario per soddisfare i bisogni primari”:

  • Cigs in deroga per la durata della sospensione del rapporto di lavoro e l’eventuale possibilità di presentare domanda di cassa integrazione ordinaria per un periodo non superiore ai tre mesi.
  • Sospensione del pagamento dei contributi per lavoro dipendente
  • Sospensione dei pagamenti dei mutui accesi per la trasformazione delle case di proprietà in strutture extralberghiere
  • Indennità mensile di 500 euro per i piccoli imprenditori monoreddito del settore
  • La rinuncia da parte dei Comuni alla riscossione di Imu e Tarsu per l’anno in corso.
  • La sospensione del pagamento delle bollette di acqua, luce, gas e la riduzione delle accise che incidono sul costo del carburante da riscaldamento e dei combustibili alternativi: gas, nocciolino, pellet, legna da ardere
  • La rinuncia alla riscossione dell’Irpef e dei redditi prodotti dalle attività di accoglienza nel 2019 in pagamento a luglio

Abbiamo tenuto conto delle necessità di tutti i nostri associati molti dei quali vivono principalmente dai ricavi dell’accoglienza turistica – spiega la vice presidente dell’associazione e firmataria della lettera Antonella CaroliAppena si è diffuso il contagio nei termini che conosciamo, sono cominciate le cancellazioni dei soggiorni in Valle d’Itria. Una perdita importante per le strutture e per tutto il territorio”.

“Siamo consapevoli – prosegue Caroli – che un certo numero di misure create ad hoc siano già state individuate, ma, per esempio, tra di noi nessuno farebbe richiesta di accesso al credito agevolato nella paura di non riuscire a sostenere l’impegno della restituzione del prestito alle banche. Da qui la richiesta di strumenti creati ad hoc con la finalità che questo vada a vantaggio di tutte le strutture extra alberghiere da Nord a Sud d’Italia”.