Turismo ed extralberghieri, Bari combatte gli abusivi con una task force dell’Annonaria

Alla fine hanno vinto le associazioni che raggruppano i gestori e proprietari di strutture extralberghiere, in testa la regionale Aep e la nazionale Fare, che negli anni si sono battute chiedendo interventi per contrastare l’abusivismo nel settore dell’accoglienza turistica: Bari, comune capoluogo di regione da tutto esaurito in periodi di alta stagione e città dove si lavora bene tutto l’anno, ha ora la sua task force comunale interna al nucleo della Polizia Locale – settore Annona sull’abusivismo relativo alle strutture ricettive del comparto extra alberghiero presenti in città.

Bari_Muraglia_panorama_Donatella Lopez
Bari, panorama dalla “muraglia”

Il gruppo di lavoro, composto da quattro pattuglie più il responsabile di ufficio, già da giorni sta portando avanti una serrata attività di monitoraggio e confronto sui dati afferenti alle imprese registrate nei database ufficiali regionali e sugli annunci di strutture presenti sui maggiori portali di ricerca e offerta strutture per vacanze a Bari.

Secondo i dati della Polizia locale, a oggi a Bari risultano registrate regolarmente sui canali ufficiali DMS Puglia 1795 strutture ricettive extralberghiere così suddivise:

  1. a) affittacamere 126;
  2. b) alloggio in agriturismo 1;
  3. c) alloggi privati 1439;
  4. d) b&b 206;
  5. e) case vacanza 16;
  6. f) case per ferie 3;
  7. g) villaggi turistici 1.

“Su queste, ma in special modo su altre strutture prive di registrazione – fanno sapere dal Comune di Bari – nelle prossime settimane saranno disposti una serie di controlli, con eventuali sanzioni da parte della Polizia annonaria così da favorire la regolarizzazione delle procedure e l’emersione di eventuali casi di abusivismo”.

Regolarizzazione possibile presentando il certificato di inizio attività (SCIA) allo sportello unico per le attività produttive (SUAP) del Comune competente per territorio, ai sensi dell’art. 19 della legge n. 241/1990.

Un problema annoso quello dell’abusivismo nella ricettività extralberghiera, professionale e familiare: crea concorrenza sleale che obbliga le strutture in regola a svendere le stanze a tariffe non coerenti con i costi di gestione.

L’auspicio di gestori e proprietari in regola è che l’esempio di Bari sia esteso ai comuni turistici di tutta la regione per porre fine all’improvvisazione e ai guadagni facili che danneggiano la categoria degli extralberghieri coscienziosi.

Da qui la richiesta alla Regione di introdurre una specie di obbligo alla formazione, al fine di rendere professionali i servizi base dell’accoglienza turistica, per non deludere l’aspettativa dei turisti che scelgono la Puglia come meta delle vacanze.