Turismo in Puglia, traffico record nei porti dell’Adriatico meridionale

Traffico record nei porti dell’Adriatico meridionale: da gennaio ad agosto, i porti pugliesi hanno attratto e gestito 3.715 accosti e più di 13 milioni di tonnellate di merce e sono stati 226mila i mezzi movimentati.

E nelle statistiche dei primi otto mesi del 2023, una menzione speciale meritano i 32 accosti dei “Pleasure and Commercial Yachts” che da maggio a settembre hanno riguardato il porto di Brindisi per l’80%, il porto di Monopoli per il 14%; il porto di Manfredonia per il 3 % e Bari per il 3%.

I 3.715 accosti nei porti di Bari, Brindisi, Barletta, Monopoli, Manfredonia e Termoli, rappresentano quasi il 27% in più rispetto al 2022. La quantità di merci movimentate ha invece superato i 13 milioni di tonnellate, per un +4% rispetto all’anno precedente.
Ciò che rende questa performance ancora più interessante è il confronto con il 2019, anno pre Covid. Il 2023, infatti, sta dimostrando una crescita significativa del +16%, sia in termini di merci movimentate che nel numero di navi accostate.
Le statistiche confermano che il vero punto di forza continua ad essere il traffico traghetti che ha portato ad un aumento importante del flusso di passeggeri che ha sfiorato gli 1,5 milioni di persone, rappresentando un incremento del 37% rispetto all’anno precedente e del 15% rispetto al 2019.

Rilevante anche la movimentazione dei mezzi, camion e trailer, che è cresciuta del + 13% rispetto al 2022, con 226.000 veicoli movimentati.

A tale successo contribuisce ogni porto con le proprie peculiarità.

PORTO DI BARI
L’analisi delle performance dei singoli porti vede il porto di Bari distinguersi per il numero degli accosti. Nei primi otto mesi dell’anno, infatti, il porto capoluogo di regione ha gestito ben 1.640 approdi. Tra imbarchi e sbarchi, inoltre, sono state movimentate oltre 5 milioni di tonnellate di merci, pari al +9,4% rispetto al 2022. Bari registra un vero e proprio boom nella movimentazione delle rinfuse solide e dei cereali in particolare che porta il comparto al +48% rispetto al 2022.
Tra camion e trailers, in otto mesi, sono transitati quasi 130mila mezzi e oltre 48mila TEU. Il porto di Bari registra, inoltre, un’ottima performance anche per i flussi di passeggeri con un totale di quasi 817mila passeggeri traghetti, dato che si traduce in una crescita del +4,3% rispetto all’anno precedente, e più di 267mila croceristi, in crescita dell’8% rispetto al 2022.

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PORTO DI BRINDISI
Molto positiva, anche, la performance del porto di Brindisi, dove si registra una crescita rilevante del numero delle navi accostate, 1.195, ossia il + 14% circa. In aumento, anche, il numero delle unità RO-RO con 94mila mezzi, per un tasso di crescita del 31%, nonché delle tonnellate movimentate del general cargo, quasi 3 milioni e mezzo, che segna quasi il +43% in più rispetto al periodo precedente e il +62% rispetto al 2019. Da rilevare che a fronte della continua diminuzione del traffico di carbone, per via del processo di decarbonizzazione in atto nella centrale di Cerano, rimane pressoché stabile il traffico merci, con la movimentazione di altri prodotti che di fatto stanno compensando la flessione del 47% nella movimentazione del carbone. Lo scalo messapico, pertanto, si conferma snodo logistico di rilievo nel bacino del Mediterraneo. Ottima la performance dei flussi dei passeggeri dei traghetti che con più di 455mila passeggeri raggiunge il +63% circa sul 2022, e dei passeggeri delle crociere che sono in crescita continua negli anni.

PORTO DI MONOPOLI
Il porto di Monopoli continua ad essere una delle mete più gettonate dalle crociere lusso. Nel periodo in esame, infatti, ha registrato 76 accosti che hanno portato nel territorio 1.715 crocieristi.

PORTO DI MANFREDONIA
Trend positivo viene anche per il porto di Manfredonia che ha registrato 204 toccate nave, +2% rispetto all’anno precedente. Sono state movimentate, inoltre, quasi 450mila tonnellate di merci. Di particolare rilievo la crescita del general cargo, +35% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Si conferma, inoltre, ottima l’iniziativa del collegamento con le isole Tremiti che in soli due mesi ha registrato 5.539 passeggeri, in crescita del 10,4% rispetto al 2022.

PORTO DI BARLETTA
Anche il porto di Barletta registra una performance decisamente positiva, visto che risultano in ripresa sia gli accosti, arrivati a 125, pari al 62% in più rispetto al 2022, sia le tonnellate di rinfuse movimentate, più di 541mila, che portano il trend di crescita rispetto all’anno precedente al +41% e trascinano il porto a superare i livelli di attività del 2019 del +3%.

PORTO DI TERMOLI (MOLISE)
Numeri in crescita anche nel porto di Termoli. Da gennaio ad agosto, infatti, sono state 594 le navi entrate nello scalo molisano, numero che si traduce in (+8% rispetto al 2022). Il dato più significativo è
riferito all’aumento del +108% del general cargo e un importante flusso di quasi 180mila passeggeri, +4,4% rispetto al 2022.

“Infrastrutture e traffici vanno di fila- commenta il presidente di AdSPMAM Ugo Patroni Griffi – La crescita dei traffici e il loro mantenimento richiedono infrastrutture moderne e all’avanguardia. Questa connessione intrinseca tra sviluppo infrastrutturale e sviluppo economico è il motore che spinge avanti i settori portuali e logistici. La ricetta, per noi è chiara: lavorare a testa bassa per rendere i nostri porti ben attrezzati e ottimizzati, in maniera tale da poter ospitare un flusso sempre crescente di merci e di navi; per essere ecosostenibili e attrattivi verso le nuove politiche green e per garantire operazioni efficienti e tempi di transito più rapidi. E se è vero che oggi i numeri ci dicono che stiamo lavorando bene, è altrettanto vero che lanciano anche un allarme per l’immediato futuro. Mentre tutti plaudiamo al processo di decarbonizzazione in atto, infatti, dobbiamo anche pensare alla significativa contrazione nei volumi di traffico che genererà. Diventa, pertanto, imperativo puntare sugli investimenti in energie rinnovabili, efficienza energetica, mobilità sostenibile, reindustrializzazione dei siti in via di dismissione, comunità energetiche, infrastrutture di rete ed economia circolare. Solo così si potrà mitigare una perdita che si preannuncia imminente e significativa”.