Turismo slow, i consigli di Antonella Gentile cicloviaggiatrice

Il decreto Rilancio, ancora in bozza, sembra contenga un bonus per l’acquisto di biciclette con pedalata assistita, ma a ogni modo il Covid 19 potrebbe, in maniera involontaria, avere favorito i cicloviaggi. Del resto sono in tanti, già da tempo, a viaggiare in lungo e in largo per il mondo in bicicletta che già da sola garantisce la distanza sociale.

 

Antonella Gentile, pugliese, è una cicloviaggiatrice da poco tornata in Italia dopo un viaggio di un anno che l’ha vista partire da Barletta e attraversare Croazia, Slovenia, Polonia, Lituania e Lettonia fino a giungere in Gina e Giappone in sella alla sua bicicletta salvo che per brevi tratti in treno.

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Antonella, hai girato il mondo da sola in bicicletta.  Come è nato il progetto dello scorso anno?

Credo che il destino abbia in serbo per ognuno di noi un progetto. Se è vero che tutti noi ci muoviamo in base a un copione, probabilmente sul mio c’era scritto che avrei dovuto viaggiare. Ho deciso di percorrere durante la mia vita diversi paesi con mezzi differenti. L’idea di viaggiare in bici è nata dalla voglia di esplorare in maniera lenta i territori, vivendo a pieno il contatto con la natura e avendo la possibilità di conoscere culture diverse perché la bici permette di farlo. Viaggiando sola talvolta ho incontrato delle difficoltà anche se gli aspetti positivi del viaggiare in solitaria  credo siano assolutamente di gran lunga superiori. Non sono esperta di meccanica ad esempio e quindi i principali problemi sono stati di natura tecnica, non sapendo sempre sistemare la bici da sola e trovandomi talvolta nel bel mezzo del nulla a dover spingere la bici e a cercare aiuto. Nel mio primo viaggio a Capo Nord ho pedalato con temperature al di sotto degli 0 gradi con una bici di scarsa qualità, una city bike che mi ha creato non pochi problemi. Un giorno ad esempio si sono congelati i freni della bicicletta e sono caduta su una strada totalmente ghiacciata. È stato difficile percorrere in bici anche tunnel, pedalare con neve e pioggia e in Norvegia, quando in inverno le giornate si sono accorciate, ho dovuto affrontare viaggi con il buio. Non sono mancati poi incontri spiacevoli come uomini che mi hanno inseguito in bici sebbene la maggior parte delle persone che ho conosciuto siano state preziose e sempre disposte ad aiutarmi.

Hai fatto appena in tempo a tornare e i tuoi programmi sono stati bloccati dal Covid19. Quale progetto avevi in mente?

Mi sono trasferita a Roma con l’idea di prendere il patentino per diventare guida turistica in bicicletta. Avevo già trovato delle associazioni interessate ad assumermi, ma purtroppo il coronavirus ha stravolto i piani di tutti. I progetti però sono solo rimandati al prossimo anno

Come immagini il dopo Covid rispetto ai viaggi ai flussi turistici e dove ritieni sia necessario intervenire per favorire la ripresa del comparto?

Sebbene il coronavirus abbia distrutto i progetti di molte persone che sognavano di partire per l’estero, penso che da questo problema possa nascere una grande opportunità di riscoprire il nostro territorio. L’Italia è un paese bellissimo che io ho avuto l’opportunità di conoscere anche attraverso il mio giro d’italia in bicicletta che ho fatto due anni fa. Se la bici diventasse il mezzo del futuro si potrebbero risolvere tante problematiche tra cui quelle ambientali. Viaggi in bici e a piedi sono importanti perché ci permettono di scoprire i nostri limiti, ma anche le nostre possibilità

Parliamo di viaggi in bici. Tutti possono ambire a farne uno o serve una preparazione particolare? Sono viaggi, spostamenti, per tutte le età?

Il primo viaggio l’ho fatto senza alcuna preparazione. Nessuno mi crede quando dico che non era mia abitudine andare in bici sebbene l’abbia sempre saputa portare. Non la prendevo neppure per andare al supermercato a fare la spesa e ora invece è diventata un prolungamento del mio corpo. Se ho fatto io queste esperienza, penso possano affrontarla tutti, tranne le persone che non sono disposte ad adattarsi ad una vita semplice come quella di chi vive diversi mesi con due borse e una tenda. Bisogna portare con sé il meno possibile perché viaggiare leggeri è il segreto per stancarsi meno e percorrere più km. Devo ammettere che mi alleno pochissimo  prima di iniziare un viaggio ma consiglio di farlo perché credo possa aiutare ad affrontare con meno fatica le salite. Nel mio caso considero i miei primi giorni una sorta di allenamento. All’inizio percorro pochi km per poi aumentarli gradualmente nel corso dei mesi. Non credo ci siano limiti di età e infatti conosco una signora di 69 anni che continua a percorrere in bici le strade del mondo

Qual è l’attrezzatura ideale, cosa consigli? Con quale bicicletta partire? Serve capacità predittiva? Per esempio portare con sé attrezzi e camera d’aria di scorta?

Per quanto ci siano tante persone che non la pensano come me, credo che si possa partire con qualsiasi bici. Non è necessario avere un’attrezzatura importante per affrontare un viaggio di questo tipo. Basta la forza di volontà. Nel mio primo viaggio sono partita con una City bike del valore di 100 euro e ho percorso 5000 km. Sicuramente sarebbe stato più facile affrontare lo stesso viaggio con le bici che mi sono state offerte successivamente dai miei sponsor. La Decathlon, infatti, mi ha donato la btwin Riverside 500 per affrontare il giro d’italia in bici, che si è rivelata davvero perfetta per affrontare salite e discese e il negozio Frama Sport Barletta, in collaborazione con Cross Cycle Italy by Velomarche, mi hanno donato la Lady travel, una bici da trekking che ho adorato nel mio ultimo viaggio. Sono due biciclette che consiglio assolutamente per affrontare viaggi lunghi. L’azienda Silver Arreda della signora Ornella Oliva mi ha offerto una bici ottima che spesso uso per uscire in città. Nelle borse metto davvero l’indispensabile ma nonostante tutto, finisco sempre per abbondare e durante il viaggio spedisco o butto ciò che ritengo superfluo. Camere d’aria e attrezzi base di riparazione sono assolutamente importanti così come ritengo fondamentali comprare delle borse impermeabili.

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Qual è il piano nutrizionale ideale se si vuole intraprendere un viaggio del genere?

In realtà non sono la persona adatta per dare consigli sull’alimentazione perché adoro dolci e snack. Ho imparato però durante il viaggio a pranzare la mattina anche con la pasta perché mangiare carboidrati prima di fare sport mi dava energie per  affrontare le giornate. Frutta e verdura sono stati fondamentali anche se in viaggio soprattutto in Norvegia, in alcuni paesi è stato difficile trovare negozi che vendessero frutta e nei posti disabitati nel Circolo Polare Artico, mi sono fatta andar bene tutto ciò che trovavo. In alcune città era totalmente deserto e privo di negozi e una volta ricordo di aver mangiato le uniche cose che avevo nello zaino : pasta con la Nutella. È fondamentale in bici bere tanto e su questo sono stata brava

Quali itinerari consiglieresti di fare in Puglia per chi viaggia in bici e quali in Italia? Riesci a stimare i costi?

Ho fatto il giro d’italia in bici partendo da Barletta in direzione Nord e per assurdo non ho ancora percorso tutta la Puglia in bicicletta sebbene sia uno dei miei sogni. Credo che la mia regione andrebbe visitata tutta perché è meravigliosa, compresa Barletta, la mia città natale. Bisognerebbe fare ancora tanto per migliorare la rete stradale e la creazione di nuove piste ciclabili credo sia il sogno di tutti i cicloviaggiatori. C’è una grande differenza fra viaggiare in Italia e percorrere gli altri paesi europei con questo mezzo. In Austria, Germania, Danimarca, Polonia, Svezia, infatti mi sono sentita davvero sicura perché erano piene di piste ciclabili. In Italia ne ho percorse alcune solo lungo la costa e consiglio quelle a Spoleto e nel Friuli che sono davvero bellissime. Non si può fare una stima esatta dei costi perché dipende dalla capacità delle persone di adattarsi alle situazioni. Io a esempio ho dormito spesso in tenda, ho usato couchsurfing e warmshowers, due piattaforme per chiedere ospitalità alle persone del posto, ho dormito in ostelli e in Giappone ho dormito quasi sempre in capsule, perché trascorrevo le mie giornate a visitare le città.

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